Vocabolario Arte
----------- termini d'arte ----------------------------------
ACQUAFORTE ACQUATINTA ACQUERELLO ACRILICO AFFRESCO
BAROCCO BASSORILIEVO BOLO O BOLO ARMENO BOZZETTO BRUNITOIO BULINO
CALCO CAMMEO CAMPIRE CAMPITURA CANDELABRA CAPRICCIO CARBONCINO CARTONE
CESELLATURA CESELLO CHIAROSCURO CINESERIE COLORI COMMESSO COPIA CORNICE
DAGHERROTIPO DISTACCO
ENCAUSTO
FESTONE FINITURA A SECCO FONDO ORO GRAFFITO o SGRAFFITO GUAZZO
ICONA ICONOGRAFIA INCISIONE INTAGLIO INTARSIO INTONACO
LACCA LINOGRAFIA LITOGRAFIA
MANIERA MORDENTE
NATURA MORTA
OLEOGRAFIA OMBREGGIATURA ORNATO
PALIOTTO PARCHETTATURA PASTELLO PASTIGLIA PENNELLATA PIETA' PIGMENTO
PINACOTECA POLITTICO PREDELLA PROSPETTIVE PROSPETTIVISTA PROVA DI STAMPA
QUADRATURISMO QUADRATURISTI
RACEMO REPLICA RESTAURO
ACQUAFORTE
Metodo di incisione in cui il disegno viene inciso nella lastra di rame mediante acido nitrico, un tempo detto "acqua forte". La lastra viene dapprima ricoperta con un sottile strato di vernice grassa resistente all'azione dell'acido (in genere si usa un composto solido di cera d'api, bitume e resina, che viene steso con un rullo di cuoio). Su questo fondo scuro l'acquafortista traccia poi il disegno avvalendosi di una punta d'acciaio che penetra fino a mettere in luce il rame della lastra. Questa viene quindi immersa in un bagno di acido nitrico diluito con acqua che intacca e incide le parti scoperte lasciando intatte quelle protette. E' questa la fase della morsura. La qualità del risultato dipende dalla capacità dell'acquafortista di controllare e guidare il processo di corrosione provocato dall'acido, ricoprendo via via di vernice le parti che giudica incise a sufficienza. Il fondo viene poi rimosso e si passa infine all'inchiostratura e alla stampa. Operazioni, materiali e sostanze possono variare, ma il principio generale rimane lo stesso anche quando l'acqa (come avviene di frequente) si combina con la puntasecca .Caratteristica dell'a. è la naturalezza delle linee, simile a quella che si ottiene in un disegno a matita o a penna. Proprio in questo l'a. differisce sostanzialmente dall'incisione a bulino su lastra metallica, dove il fondo duro pone ostacoli alla spontaneità del tratto. Le prime a. risalgono all'inizio del sec. XIV, ma il principio era già stato utilizzato in precedenza nella decorazione di armature.
ACQUATINTA
Metodo di incisione derivato dall'acquaforte, che produce effetti simili a quelli dell'acquerello. La prima operazione è la granitura (o granulazione) della lastra di rame: in genere su usa una polvere di minuscoli grani di bitume o di resina, che viene fissata alla lastra mediante riscaldamento; un altro metodo consiste nel fissare la resina con alcol che, evaporando, fa aderire i grani alla lastra. La granulazione permette di ottenere un fondo poroso in cui l'acido agirà solo negli interstizi tra un granello e l'altro. Terminata la granitura, si procede all'incisione dell'immagine; la morsura provocata dall'acido viene interrotta in continuazione da pennellate di vernice (come quella usata nell'acquaforte). Dopo la rimozione del fondo, l'inchiostratura e la stampa, si otterrà un'immagine caratterizzata da aree di "colore" che utilizzano tutte le tonalità comprese tra il bianco e il nero. Le eventuali linee marcate rivelano l'uso di una tecnica mista, con il ricorso assieme all'a., ad altri metodi dell'incisione. Il principio era già noto nel sec. XVII, ma i primi risultati soddisfacenti si ottennero nel sec. XVIII.
ACQUERELLO
Tecnica pittorica che consiste nel dipingere su carta (o sfondo consimile) con colori trasparenti mescolati in genere a gomma arabica, stemperati in acqua al momento dell'uso. Il bianco dello sfondo viene solitamente lasciato scoperto in funzione di colore. Già noto nell'antico Egitto (papiri) e in Estremo Oriente (dipinti su seta e carta di riso), l'a. ottenuto con colori mescolati ad albume d'uovo venne utilizzato nell'Europa medievale per la decorazione di manoscritti. L'a. differisce da altre tecniche pittoriche quali il guazzo e gouache, la tempera e la miniatura per il fatto che i colori chiari vengono qui ottenuti mediante l'aggiunta di acqua e non di pigmento bianco. L'a. venne sporadicamente usato in epoca rinascimentale; più diffuso durante il sec. XVIII fu l'uso dell'a. monocromo in bistro bruno o seppia chiara su disegni a penna di figure o paesaggi. L'a. cominciò a essere usato in modo estensivo dagli artisti inglesi del sec. XVIII e dei primi decenni del XIX.
ACRILICO
Colore sintetico, entrato in uso nella pittura occidentale dal 1960 ca. Asciuga rapidamente e produce effetti di particolare lucentezza.
AFFRESCO
Tecnica di pittura murale in cui pigmenti terrosi , mescolati con acqua, vengono applicati sull'intonaco fresco e ancora umido affinchè s'incorporino allo sfondo e si fissino a esso sfruttando il processo chimico per cui la calce dell'intonaco, combinandosi con i gas carboniosi dell'aria, si trasforma in carbonato di calcio divenendo una superficie compatta che chiude in sé il colore. Questo è il vero a., che si differenzia nettamente dal fresco secco o secco in cui si dipinge sulla parete secca. Spesso i ritocchi finali di un a. venivano eseguiti al secco mediante l'uso di tempera. L'uso dell'a. è condizionato dal clima. Infatti, se l'umidità penetra nel muro, l'intonaco tende a sbriciolarsi e la pittura con esso: questo contribuisce a spiegare perché l'a. si sviluppò in modo particolare in paesi mediterranei come l'Italia e perché lo si ritrova raramente nell'Europa settentrionale. Il muro destinato all'a. può essere di pietre o mattoni (ma non misto, poiché ciò nuocerebbe alla resa della pittura), deve essere esente da umidità e deve presentare una superficie ruvida che consenta l'applicazione di un primo intonaco chiamato arriccio o arricciato, composto in genere da una calce grassa spenta e due o tre parti di sabbia silicea di fiume a grana grosse lavorate a lungo con acqua. Sull'arriccio viene steso l'intonaco destinato a ricevere il colore, detto tonachino. Questo è solitamente composto di sabbia fine, polvere di marmo e calce in parti quasi uguali e viene applicato sull'arriccio che deve rimanere umido per tutta la fase della coloritura; per questo esso viene steso soltanto sulla superficie destinata a essere dipinta nel corso della giornata. Il disegno viene tracciato sulla superficie ruvida dell'arriccio; di solito si usa dapprima il carboncino, poi alcune delle linee principali vengono incise leggermente mentre i contorni e le ombre vengono indicati con pigmento misto ed acqua. Le linee del disegno vengono infine dipinte con un'ocra rossa, chiamata sinopia, che viene poi ricoperta man mano dal tonachino. Su questo l'artista deve tracciare di nuovo il disegno avvalendosi del pennello intinto nel verdaccio (mistura di nero e calce spenta bianca) e nel cinabrese (un rosso ottenuto con una mistura di sinopia e calce spenta bianca). La tecnica dell'a. era faticosa e richiedeva un grande lavoro manuale. Fu così che tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento si diffuse l'uso del cartone, che permetteva di riprodurre il disegno direttamente sul tonachino. L'invenzione dell'artista venne affidata al cartone, mentre l'esecuzione venne lasciata, completamente o in parte, agli aiuti. Non tutti i colori sono utilizzabili nell'a. giacchè non tutti resistono all'azione caustica della calce; si preferiscono in genere colori naturali di origine minerale, come il bianco di San Giovanni (carbonato di calcio) e la calce spenta (idrossido di calcio) per il bianco; ocre naturali e bruciate per il giallo e per il rosso; le terre per il rosso e il verde; l'oltremare per l'azzurro; terra d'ambra naturale e bruciata per i bruni; per il nero ecc. I colori vengono macinati a lungo con acqua e poi stesi con setole morbide sul tonachino. La carnagione veniva prima con terra verde e poi con cinabrese mescolato con diverse quantità di calce spenta bianca. L'a. è un'arte antica. Erano a., probabilmente, le pitture murali greche, e sicuramente quelle pompeiane. In età paleocristiana e nel primo Medioevo pare che la pittura murale venisse invece realizzata secondo diversi metodi misti, ma non in vero a. Il metodo fu ripreso dagli autori di mosaici dei secc. XII e XIII. Il mosaicista tracciava l'intero disegno sull'intonaco ruvido, che veniva poi ricoperto a scansioni giornaliere da un intonaco liscio. Su questo dipingeva nuovamente il suo disegno per poi collocarvi le tessere. Pare che sia stato il procedimento del mosaico a sollecitare la rinascita dell'a. a Bisanzio e in Italia alla fine del Duecento. Nell'Ottocento alcuni artisti come i francesi E. Delacroix e P. Puvis de Chavanne ovviarono alle difficoltà di esecuzione dell'a. adottando la tecnica più semplice del marouflage, in cui il colore viene fissato con una mistura a base di colla. In Estremo Oriente la pittura murale viene del resto tradizionalmente eseguita fissando i colori con colla sull'intonaco secco, anche se la tecnica dell'a. era nota in India fin dai secc. XI-XII.
BAROCCO
Da barocco, una delle forme del sillogismo della logica medievale, che indica ragionamento pedantesco, contorto, insidioso e stravagante. La parola barocco fu applicata alle arti figurative del '600 con evidente intendimento negativo. Oggi la si usa con significato storico e la sua lezione moderna è: barocco.
BASSORILIEVO
Rappresentazione scultorea nella quale le immagini sporgono poco sul fondo. Tuttavia il bassorilievo può dare l'illusione della profondità spaziale, se lo scultore ha rispettato le leggi prospettiche e se ha ridotto progressivamente gli aggetti dai primi agli ultimi piani, qui risolvendo le immagini in una semplice grafia. Appartengono al bassorilievo: il mezzorilievo, il rilievo a stiacciato e il rilievo prospettico.
BOLO O BOLO ARMENO
Vernice rossa che si spalma sul gesso per farvi aderire la foglia d'oro nelle tavole e nelle cornici.
BOZZETTO
Prova d'insieme, in piccole dimensioni e in esecuzione ancora approssimata, di un'opera di pittura, scultura o architettura; il termine viene riferito anche alle arti decorative e applicate e alla grafica pubblicitaria. E' sinonimo di abbozzo.
BRUNITOIO
Strumento d'acciaio o di altra materia dura per mezzo del quale si vela la lucentezza del bronzo appena fuso, provocandone artificialmente l'ossidazione; sicchè esso sembra antico o addirittura simile a quello trovato in uno scavo archeologico.
BULINO
Strumento d'acciaio appuntito usato per incidere i metalli a scopo decorativo. Si usa nell'incisione.
CALCO
Impronta in negativo di una scultura ottenuta facendo aderire al modello un materiale molle a rapida solidificazione, come gesso o cera; serve a ricavare, in positivo, la copia.
CAMMEO
Gemma, pietra dura o conchiglia a due e talvolta a più strati di colore diverso. La figurazione è in rilievo ed è ottenuta lavorando lo strato chiaro per cui essa possa emergere su uno sfondo scuro. Si utilizzano pertanto i diversi strati per la differenziazione dei colori nei vari piani del rilievo.
CAMPIRE
Dare il colore al campo o fondo delle pitture. Significa anche porre un'immagine nel fondo o distribuire veri elementi in una parete.
CAMPITURA
(Dai verbi campìre e campare) stesura uniforme del colore che serve di campo o sfondo alla pittura.
CANDELABRA
Motivo ornamentale a forma di candelabro con festoni e nastri, usato di frequente in epoca rinascimentale come decorazione architettonica dipinta su pilastri e lesene o in pannelli murali scolpiti in bassorilievo. E' a forma di candelabro con tralci, girali, nastri, fiori e frutta. Molto usato a decorare lasene, pilastri, finestre ecc.
CAPRICCIO
Termine usato via via da teorici e scrittori per designare vari aspetti della produzione artistica quali l'inventiva, l'ornamento stravagante, il ghiribizzo, la grottesca, il fantastico. In particolare, nei secc. XVI e XVIII il c. venne identificato con un genere artistico minore comprendente paesaggi d'invenzione e storie aneddotiche; nel sec. XVIII, con il paesaggio caratterizzato da architetture fantastiche e invenzioni prospettiche; nel sec. XIX, con la raffigurazione di complesse e inquietanti fantasie oniriche.
CARBONCINO
Asticciola cilindrica di carbone, più o meno morbido, usata per disegnare; si chiama così anche il disegno risultante.
CARTONE
Foglio di carta resistente sul quale l'artista tracciava il disegno che poi avrebbe tradotto sulla parete (qualora avesse dovuto realizzare un affresco, un arazzo, una vetrata, un mosaico) o su di una tela. Il cartone aveva le stesse dimensioni dell'affresco: se questo era di dimensioni cospicue il cartone era formato di molti fogli uniti insieme e la sezione da dipingere nella giornata veniva appoggiata sull'intonaco fresco. La composizione tracciata sul cartone era poi meccanicamente riportata sul muro. Tale operazione era eseguita ricalcando con un punteruolo le linee del disegno applicato al muro e facendo passare polvere nera dai forellini praticati sulle linee del disegno (quest'ultimo procedimento è chiamato spolvero).
CESELLATURA
Operazione destinata a togliere ogni sbavatura al bronzo dopo la fusione. Indica anche lavoro di cesello per realizzare rilievi o incavi nei metalli.
CESELLO
Piccolo scalpello d'acciaio a punta arrotondata usato per incidere metalli e pietre dure; per estensione, l'opera che ne risulta.
CHIAROSCURO
Propriamente ogni dipinto eseguito con un solo colore (monocromo); più in generale, tecnica pittorica con la quale si dà rilievo plastico alle immagini grazie al passaggio progressivo dai toni più scuri a quelli più chiari, con effetto di luminosità diffusa e dolce.
CINESERIE
Imitazioni o evocazioni dell'arte cinese a opera di artisti e artigiani occidentali. Documentate nel Trecento (sete lucchesi) e nel Cinquecento (ceramiche fiorentine), si diffusero in tutta Europa a partire dal Seicento; la loro massima popolarità coincide con il rococò. Per tutto il Settecento, e ancora nell'Ottocento, dragoni, uccelli esotici, pagode e figurine vestite "alla cinese" furono motivi ricorrenti, soprattutto nei diversi settori delle arti applicate.
COLORI
Sostanze naturali o artificiali usate per tingere o dipingere. I colori si distinguono in elementari (o primari) e in binari (o complementari). I colori primari sono: giallo, rosso, azzurro. I colori binari, che risultano dalla composizione dei primari, sono: arancione (giallo + rosso), verde (giallo + azzurro), violetto (rosso + azzurro). I colori binari si dicono complementari, quando unendosi a un primario, danno l'equivalente della luce bianca. Così l'arancione è complementare dell'azzurro, il verde del rosso, il violetto del giallo.
COMMESSO
(dal lat. committere = mettere insieme, unire, congiungere), lavoro di tarsia, frequente del legno e, dalla seconda metà del '500, anche nel marmo, consistente nel far combaciare pietre di forma e colori diversi fino a costituite un piano completo secondo un disegno dato. Ebbe vasta fortuna nel corso del sec. XVI e da Firenze si diffuse in tutta Europa.
COPIA
In senso stretto, è la riproduzione esatta di un'opera d'arte eseguita senza l'intervento diretto dell'autore o dei suoi aiuti (o assistenti). La c. si distingue dalla versione e dalla replica. Prima dell'invenzione di mezzi meccanici di riproduzione, c. e modelli in gesso svolsero un ruolo fondamentale nel diffondere la conoscenza delle opere d'arte. Caso paradigmatico è quello delle c. tardoellenistiche e romane di opere greche. Nel medioevo, artisti e artigiani (il cui apprendistato consisteva in gran parte nel copiare le opere del maestro nella bottega) ricorsero in larga misura a c. e adattamenti di temi o motivi decorativi e stilistici. Con il Rinascimento, copiare diventò un uso perseguito a scopi educativi, che da allora si impose nelle accademie e scuole d'arte. In epoca romantica, nonostante il forte accento posto sull'originalità, molti artisti continuarono a copiare per imparare, per attingere e per ricreare. Con lo sviluppo del mercato dell'arte si moltiplicarono i falsi e il termine acquisì una connotazione prevalentemente negativa.
CORNICE
Terzo elemento della trabeazione a cominciare dall'architrave. Ma la parola è usata più comunemente per indicare i contorni (in pietra, marmo, legno, terracotta) di finestre, di porte e portali ecc. Può costituire il supporto di un dipinto, ovvero il telaio decorato, entro cui si inserisce il quadro.
DAGHERROTIPO
Immagine fotografica ottenuta, mediante il procedimento inventato dal francese Mandé Daguerre nel 1839, su lastra d'argento o di rame argentato. La lastra, sensibilizzata con vapori di iodio, viene impressionata e poi sviluppata con vapori di mercurio e fissata con iposolfito. Il d., in copia unica e non riproducibile, veniva spesso colorato a mano, coperto da una lastrina in vetro e sigillato affinché non si arrugginisse o scrostasse.
DISTACCO
Tecnica eseguita nel restauro degli affreschi, allorché si asporta, con la superficie dipinta, anche uno strato di muro cui quella superficie aderiva. Procedimento meccanico che dà il massimo di sicurezza per l'integrità del dipinto da salvare.
ENCAUSTO
(dal greco en-kàio = imprimo col fuoco, dipingo a encausto) tecnica pittorica consistente nello stendere i colori mischiati a cera riscaldata. Colore e cera possono anche essere diluiti con oli essenziali (nafta, trementina), oppure la cera può essere saponificata (ovvero resa solubile con lisciva, che contiene soda). L'e., perfezionato nel sec. IV a.C., era la tecnica pittorica più diffusa nel mondo antico; cadde in disuso nei secc. VIII - IX. Oggi il termine indica una miscela di cera e resina usata per facilitare la stesura dei colori.
FESTONE
Motivo decorativo classico consistente in una fascia di fiori, frutti e foglie sospesa per i due capi.
FINITURA A SECCO
Velatura dell'affresco, quando l'intonaco è ormai asciutto. Veniva data dai pittori del Rinascimento quando desideravano ravvivare il colore, talvolta impallidito per essere stato troppo assorbito dall'intonaco fresco.
FONDO ORO
Dall'epoca bizantina al Quattrocento, strato di foglia d'oro molto sottile steso in modo uniforme sulla porzione non occupata da figure di una tavola dipinta. L'oro veniva applicato su una preparazione in gesso e vernice rossa (bolo armeno). Il f. o., che ha la funzione di far risaltare le figure, ricorre anche nel mosaico e nella miniatura.
GRAFFITO o SGRAFFITO
Tecnica tipica della decorazione murale, ma usata anche nella pittura su tavola o per decorare oggetti in ceramica o vetro. Con g. si indica un disegno o motivo graffiato su una superficie (muro o altro), o più precisamente la tecnica di produrre un disegno rimuovendo uno strato di pittura, stucco o altro materiale al fine di mettere in luce uno sfondo di diverso colore o tonalità. Se si applicano vari strati si ottengono più colori. Nella pittura medioevale su tavola le parti ornamentali venivano ricoperte con una sottile lamina d'oro applicata a fuoco e poi dipinta. Graffiando la pittura si otteneva infine il disegno desiderato. Nella decorazione murale il g. venne usato sia in epoca medioevale che durante il rinascimento, quando ebbe la sua massima diffusione nella decorazione di facciate di case e palazzi. Nella decorazione murale la tecnica è ancora in uso, con qualche variante. Nella ceramica il disegno o motivo viene ottenuto mediante graffiamento dello smalto di superficie.
GUAZZO
Tecnica pittorica analoga alla tempera, ma con colori a legante gommoso che ne accentuano la leggerezza e la trasparenza; è oggi più spesso usato il termine francese gouache.
ICONA
(dal greco eikon) immagine sacra, dipinta soprattutto su tavola, di provenienza orientale. La figura, riprodotta spesso fino a metà busto, può essere rigidamente frontale. Il dipinto è generalmente inserito in una cornice metallica riccamente lavorata. Molto diffusa in Russia. E' usata anche la dizione icona.
ICONOGRAFIA
(dal greco eikon = immagine e ghraphé = descrizione), disciplina che si prefigge lo studio dei soggetti tratti dalle arti figurative (pittura, scultura, stampe ecc.) allo scopo di interpretarne il significato allegorico, storico, mitologico, religioso. Studio intorno alle immagini relative a un determinato argomento.
INCISIONE
Arte di ricavare segni da una superficie dura incidendola con vari metodi e strumenti. Si esegue spalmando d'inchiostro l'incavo ottenuto e stampando il disegno stesso sulla carta, prevenendo alla vera e propria incisione che può essere chiamata stampa. L'i. è una delle forme più antiche di espressione artistica ed è una tecnica fondamentale nel campo delle arti applicate. La sua fortuna è tuttavia legata alla nascita della stampa d'arte, in cui l'immagine incisa e disegnata su una matrice di legno, di metallo o di pietra viene impressa in uno o più esemplari su un supporto, generalmente di carta, grazie a un processo di inchiostrazione e di successiva stampa;
INTAGLIO
Tecnica di lavorazione a scavo di materiali duri (legno, pietra, marmo, avorio, gemme) mediante strumenti metallici.
INTARSIO
Operazione che si esegue su tavola o su marmo, intesa a ottenere figurazioni umane, oppure semplicemente decorative, attraverso l'impiego di legni o di marmi di colore diverso dal legno o dal marmo sul quale si è tracciato il disegno scavandone la superficie. L'intarsio è anche un procedimento scientifico in sede di restauro di tavole dipinte, sul retro delle quali si praticano alcuni tagli per inserirvi listelli di legno durissimo. Essi impediranno alla tavola di curvarsi ulteriormente, e la costringeranno a diventare piana.
INTAGLIO
Tecnica di lavorazione a scavo di materiali duri (legno, pietra, marmo, avorio, gemme) mediante strumenti metallici.
LACCA
Sostanza impermeabile ottenuta col lattice di una pianta orientale (rhus vernicifera), usata soprattutto per decorare e proteggere mobili, suppellettili e altro.
LINOGRAFIA
Metodo di incisione; deriva dalla xilografia e risale agli inizi del sec. Xx. Il procedimento è il medesimo usato nella xilografia, ma anziché il legno si usa come matrice una tavoletta di linoleum. Esteticamente, i risultati sono assai diversi: mentre una xilografia mostra sempre le venature del legno dalla quale è ricavata, una l. riproduce l'aspetto un po' spugnoso caratteristico del linoleum.
LITOGRAFIA
(dal greco lithos = pietra e ghraphé = scrittura) procedimento di stampa in piano (non in rilievo come la xilografia o in cavo come l'incisione a bulino) ricavata in origine da una matrice di pietra e più tardi anche da lastre di metalli porosi come lo zinco e l'alluminio. La l. si basa sul principio dell'incompatibilità dell'acqua con il grasso. L'artista traccia il disegno con materiale grasso (sotto forma di inchiostro, matita o gessetto) su una matrice di pietra calcarea (in genere pietra di Solnhofen, Germania) o di metallo poroso. Il disegno viene trattato con una sostanza chimica che favorisce la perfetta adesione del materiale grasso al disegno. La pietra viene bagnata con acqua. Si passa quindi all'inchiostratura, con un rullo intriso di inchiostro grasso che aderisce soltanto alle pareti disegnate. Per la stampa, si pone un foglio di carta sulla matrice e si passa il tutto attraverso una pressa litografica. Un ulteriore sviluppo è rappresentato dalla fotolitografia, in cui la stampa fotografica di un'immagine su una lastra di zinco sensibilizzata viene trattata chimicamente per poi essere stampata. La l. è un metodo di riproduzione molto flessibile, rapido ed economico. Il disegno può venire eseguito a penna, matita o pennello. Si possono ottenere tutte le tonalità del bianco o del nero e anche stampe a colori, per le quali si preparano tante matrici quanti sono i colori richiesti dal disegno. In questo caso si parla di cromolitografia. Questa tecnica dell'incisione fu inventata dal Senefelder di Praga (1796).
MANIERA
Atteggiamento espressivo proprio di un artista o di un determinato periodo artistico.
Giova anche a indicare la diffusione di un modo espressivo, preso ad imitare da chi non sia dotato di forte personalità creatrice. Sul piano tecnico la parola può acquistare vari significati: se seguita dall'aggettivo nera, indica l'incisione a fumo, che si ottiene granendo la superficie di metallo, che in seguito si spalma d'inchiostro, in modo da renderla perettamente nera. Si ottiene poi il disegno ricavando luci ed ombre con una maggiore o minore asportazione dell'inchiostro. La m. punteggiata costituisce una varietà dell'acqua forte e consiste nella sostituzione di punti alle linee del disegno.
MORDENTE
Vernice sulla quale si applicava la foglia d'oro delle cornici. Con m. si indica anche l'acido nitrico nel quale si immerge la lastra metallica dopo che su questa sia stata spalmata di vernice grassa, protettrice del metallo, e sia stato condotto il disegno con una punta metallica che abbia asportato la vernice stessa. In tal modo si ottiene l'incisione della acquaforte.
NATURA MORTA
Dipinto che riproduce animali morti (spesso selvaggina), fiori, strumenti musicali, libri, stoffe, cibarie, verdure, frutta. Quando in dipinti di tal genere compare anche la figura umana, questa occupa un posto marginale poiché l'interesse del pittore va agli oggetti. Fiorì soprattutto nel '600 nel nostro paese e in Olanda.
OLEOGRAFIA
Procedimento di stampa diffusissimo nella seconda metà dell'800, consiste nel distribuire su una pietra granita colori grassi che vengono quindi impressi su fogli; il risultato imita i dipinti a olio.
OMBREGGIATURA
Nel disegno e in pittura, rappresentazione del rilievo mediante il chiaroscuro.
ORNATO
Insieme di decorazioni e di elementi anche compositivi, anche di valore ornamentale, che si sovrappongono, per esempio, a una facciata, o comunque a una parete. Costituiscono l'ornato: sculture, stucchi, intagli, pitture, ecc.
PARCHETTATURA
Procedimento seguito dai restauratori di tavole dipinte per impedire che subiscano continui movimenti in relazione al variare dell'umidità dell'aria e della temperatura ambientale. La parchettatura si effettua applicando strisce di legno, in senso verticale e orizzontale, nella faccia posteriore della tavola stessa. La parchettatura è detta anche grigliatura.
PASTELLO
Tecnica pittorica basata sull'impiego di bastoncini o cilindretti, detti a loro volta pastelli, ottenuti modellando un impasto di pigmenti puri in polvere e acqua resa agglutinante da sostanze varie (decotto di orzo o lino, gomma arabica ecc.). I p. possono essere morbidi, semiduri o duri (la durezza è spesso ottenuta con l'aggiunta di cera) e possono essere adoperati su diversi tipi di superfici ruvide (carta ma anche tela a trama fine). Il risultato che se ne ottiene ha il pregio dell'immediatezza, ma è fragile, e per questa ragione lo si spruzza spesso con fissanti che tuttavia riducono la brillantezza dei colori. La tecnica si sviluppò verso la fine del sec. XV dall'uso del gesso ne l disegno, e raggiunse la perfezione nel sec. XVIII.
PATIGLIA
Pasta di gesso e colla che serviva per eseguire decorazioni non soltanto su mobili, ma anche su affreschi, tavole ecc.
PENNELLATA
Colpo di pennello dato dal pittore sulla tela. Pertanto tale sostantivo è continuamente aggettivato con: rapida, sommaria, sfrangiata, filamentosa ecc. a seconda del modo tenuto dal pittore nello stendere il colore.
PIETA'
Rappresentazione del Cristo morto steso a terra e compianto dalla Vergine, da Giovanni, dalla Maddalena; oppure del Cristo in grembo alla Maddalena, o sorretto da Giuseppe d'Arimetea e dalle Pie Donne.
PIGMENTO
Sostanza colorante naturale, vegetale o animale, dalla quale, mediante amalgama con diversi tipi di leganti, specialmente gomma e olii, si ricavano i colori.
PINACOTECA
Dal nome greco d'una sala dei Propilei dell'Acropoli di Atene dov'erano contenuti i quadri offerti come ex voto alla divinità, il termine è poi passato a indicare una galleria di quadri.
POLITTICO
Dipinto o rilievo composto di tre o più tavolette incernierate tra loro in modo da potersi richiudere l'una sull'altra; quando le tavolette siano tre si chiama trittico, e le due tavolette laterali prendono il nome di portelli. Può anche essere una pala d'altare composta di più pannelli (in genere cinque). Spesso il p. poggia su una predella.
PREDELLA
La parte inferiore di un polittico, o di una pala, separata da quello o da questa grazie alla stessa cornice. La p., lunga quanto il dipinto soprastante, può essere suddivisa in formelle e ha contenuto analogo al soggetto sacro del dipinto soprastante.
PROSPETTIVE
Soggetti di dipinti che riproducevano un gioco più o meno complicato di p. architettoniche frequenti nel Sei e Settecento.
PROSPETTIVISTA
Pittore di prospettive; celebri prospettivisti i Bibiena e Andrea Pozzo
PROVA DI STAMPA
Nei diversi tipi di incisione, la prova che si fa prima di cominciare la stampa definitiva. Grande importanza ha la cosiddetta prova d'artista, sulla quale l'artista interviene con eventuali correzioni.
QUADRATURISMO
Tecnica di decorazione pittorica caratterizzata da prospettive architettoniche illusionistiche; si applicava a pareti, volte e soffitti. Fu particolarmente in voga nei secc. XVII e XVIII.
QUADRATURISTI
Pittori che fingevano vasti e profondi fondali scenografici a decorazione di pareti, in saloni, scale ecc. I q. spesso si limitavano a creare incorniciature di scene, fossero esse dipinte su pareti o su soffitti. Praticavano la pittura ad affresco o a tempera.
RACEMO
Motivo ornamentale dipinto o scolpito a forma di grappolo con rami, tralci, foglie e fiori.
REPLICA
Opera di pittura o scultura che riproduce in modo fedele l'originale, proviene dallo studio dell'artista e implica la partecipazione di questi anche se l'esecuzione è affidata perlopiù ad aiuti o assistenti. La r., che si distingue dalla copia e dalla versione, ricorre soprattutto nella rittrattistica.
RESTAURO
L'operazione di rimettere a nuovo parti deteriorate o di rifare parti mancanti di opere di architettura, scultura, pittura ecc. In pittura il r. è un procedimento che si attua in varie fasi: fissaggio del colore per mezzo di colle, di cui deve essere imbevuta la tela; applicazione di una fodera; colmatura con stucco di eventuali parti mancanti; pulitura con asportazione della vernice ossidata e delle ridipinture che nel corso dei secoli si siano sovrapposte al colore primitivo; intonazione con tinteggiature neutre delle parti lacunose colmate di stucco. Il restauratore oggi esegue il criterio del restauro conservativo e non integrativo, sia che si tratti di pittura, sia che si tratti di scultura. Il restauro di una tavola è ancora più laborioso, comportando spesso la grigliatura o parchettatura del legno che si muove col variare dell'umidità dell'aria, della temperatura ecc.
Anche oggi si completa il r. conservativo con quello pittorico: però il prudente restauratore interviene a integrare le parti mancanti rimanendo diligentemente entro i margini delle ferite e mai completando di fantasia, se per avventura manchino parti vitali di una immagine o di un paesaggio. Spesso il restauratore si limita a porre tinte neutre, appena intonate, laddove ci siano lacune nella tessitura cromatica originale. In scultura il restauro delle opere si limita ad un prudente lavaggio, qualora esse siano state rinvenute nel corso d'una campagna di scavi o durante un occasionale sterro.