I Romani, una volta conquistata la Gallia tramite la spedizione di Cesare del 58-52 a.C., aveva lasciato alle popolazioni autoctone una grande libertà di culto.
Si erano sviluppati così molti centri della religione druidica.
I Druidi erano i sacerdoti delle popolazioni celtiche che avevano sviluppato una cultura fortemente legata alla natura. Le loro manifestazioni artistiche sono strettamente connesse alla dualità della realtà: notte- giorno; bene- male; interno- esterno. I Druidi(etimologicamente “sapientissimi”) predicavano una religione che si basava su un Dio unico, in conoscibile e incomprensibile che si esprimeva grazie a tre grandi forze.
Sopravissero così per tutto il periodo della dominazione romana luoghi di culto druidici caratterizzatati dalla presenza dei menhir, pietre che racchiudevano
i segreti esoterici dei druidi.
La situazione fu però completamente sconvolta con l’arrivo in Gallia dei primi evangelizzatori.
In seguito alla loro predicazione molti luoghi sacri dei Celti divennero templi cristiani.
Le costruzioni preceltiche sulla collina della cattedrale
I primi edifici di culto sul luogo della cattedrale di Chartres sarebbero addirittura degli enclavi preceltici. Secondo una leggenda riportata nelle Vere cronache, opera di un certo Sebastian Rouillard pubblicata nel 1609, una vergine, dal nome di Carmelle(colei che porta la pietra) oppure di Belisana( figura che ha dato il nome alla regione dove si trova Chartres, generò un figlio Gargan- Tua. Tua( colui della pietra gigantesca) era stato concepito da Belenos, la più importante divinità della Gallia fino al 2.000 a.C. Gargan Tua veniva descritto come un trasportatore di pietre che venivano poste in alcuni giardini sorvegliati dai Carnute. Una delle pietre sacre a questa religione primitiva era conservata in un enclave proprio dove ora si trova la cattedrale, all’interno di una grotta chiamata
Carnet-Is, nome dal quale, col passare dei secoli, si svilupperà l’attuale Chartres.
Le costruzioni celtiche
Nella stessa grotta, al fianco della pietra, i druidi collocarono una statua rappresentante una Vergine Nera con un bambino. Sempre secondo Rouillard la
statua fu realizzata nel secolo precedente alla nascita di Cristo e ispirata da una profezia secondo la quale una vergine avrebbe partorito un dio.
Vicino alla statua fu poi scavato un pozzo, tutt’ora conservato, nel quale si svolgevano cerimonie di iniziazione molto simili al battesimo.
L’iconografia delle Vergini Nere
Le Vergini Nere sono un tipo di rappresentazioni mariane molto diffuse in tutta Europa. Il loro significato non è ancora completamente chiarito anche se si delineano alcune teorie principali. Secondo alcuni sarebbero un riferimento al Cantico dei Cantici il libro allegorico della Bibbia che parla dell’amore tra due sposi( nell’interpretazione ebraica Dio e il popolo di Israele; in quella cristiana Dio e la Chiesa) nel quale la sposa afferma di essere bruna(v. 1,5).
Altre teorie sostengono che sia un chiaro riferimento al culto della dea egiziana Iside che per molti aspetti può considerarsi vicina alla Vergine.
Oppure si nota un parallelismo tra statue della Madonna Nera e il culto di Maddalena. In generale molto spesso queste statue si trovano su luoghi dove
in epoca precristiana era sviluppato il culto di qualche divinità femminile. In Italia la più famose si trova sicuramente nella chiesa di Loreto, copia di una
statua identica andata persa in un incendio nel 1921. La realizzazione di queste statue viene spesso attribuita a San Luca, come nel caso di Santa Maria
in Transtevere a Roma.
Primi edifici cristiani
La fabbrica della cattedrale che attualmente è possibile ammirare è la quinta ricostruzione dell’edificio originale.
La prima cattedrale fu eretta già nel IV secolo dal vescovo Arentino, e già allora questa cattedrale era meta di pellegrinaggi. Questa chiesa venne
demolita completamente dal governatore romano della regione che condannò a morte numerosi cristiani tra i quali la figlia Modesta . I corpi dei cristiani
sgozzati vennero gettati in un pozzo vicino alla grotta, probabilmente lo stesso dei riti druidici.
La nuova cattedrale fu voluto da un religioso di nome Castone ma fu bruciata da Unaldo duca d’Aquitania. Venne restaurata ad opera di Godessaldo
ma incendiata dal condottiero normanno Hasting, ricostruita fu definitivamente abbattuta da Riccardo duca di Normandia, che assediò e saccheggiò la città.
Le cattedrali romaniche
Di questa nuova cattedrale si hanno oggi molte più notizie. La cattedrale fu ricostruita dal vescovo Vulfardo ma nel 1020 venne nuovamente abbattuta,
sotto l’episcopato di san Fulberto che diede vita alla quarta cattedrale. Fulberto era uno degli uomini più saggi della sua epoca e fu artefice del duraturo prestigio della scuola cardinalizia di Chartres. La cattedrale romanica fu completata nel 1028 e alcuni sue parti sono ancora visibili all’interno della cripta.
I successori del vescovo aggiunsero tre portali alla facciata la incorniciarono tra due torri campanarie. I lavori poterono dirsi completamente terminati solo verso la metà del XII secolo. Ma la nuova cattedrale fu sconvolta da un catastrofico incendio sviluppatosi nel 1194 che risparmiò solo la cripta e i due campanili.
La cattedrale gotica
L’incendio si sviluppò in un periodo particolarmente propizio. Da pochi decenni infatti l’Europa, e in particolare la Francia, era attraversata da una
colossale innovazione stilistica. Erano nati i primi maestosi esempi di cattedrali gotiche a partire dal 1128( cattedrale di Sens), ma questa prima
parte di assestamento del gotico era conclusa, Chartres poteva costituire la maturazione di questo stile.
Così sarebbe nata la cattedrale che tutt’oggi è possibile ammirare sulla cima della collina sacra dei Carnuti e davanti alla quale Napoleone fu così
impressionato che disse: “Chartres non è un luogo per un ateo”. I lavori per la nuova cattedrale iniziarono sotto il regno di Filippo Augusto.
La chiesa venne consacrata il 17 ottobre del 1260 alla presenza di Luigi IX il Santo.
Il regno di Luigi IX
Luigi IX era rimasto orfano di padre all’età di dodici anni e la madre, Isabella di Castiglia, fu reggente fino al raggiungimento della maggior età del figlio.
È un periodo particolarmente florido per la Francia, la vicina Parigi possedeva una delle più importanti e antiche Università di Europa e cantieri
dell’importanza di Notre Dame. Il Regno è ricco e potente, Luigi ha relazioni privilegiate con il Medio Oriente e soprattutto con Costantinopoli. È anche un periodo di acquisizione di importanti reliquie che lo stesso re comprerà dall’imperatore franco d’Oriente Boldovino II. Quest’ultimo aveva sottratto numerose reliquie a Bisanzio che pochi anni prima era stata saccheggiata dai crociati ma ora si trovava in condizioni economiche critiche ed era costretto a venderle.
Le testimonianze sacre, soprattutto la corona di spine, furono portate in Francia e per accoglierle, nel 1248, Luigi IX diede il via alla costruzione
della Sainte Chapelle. La chiesa nascerà come cappella palatina ed è spettacolare l’espressione del gotico della chiesa superiore nella quale la volta
sembra galleggiare sopra le immense vetrate che vengono interrotte solo da dei pilastri la cui presenza è appena avvertita. La chiesa verrà sconsacrata
nel 1803, dopo aver subito grandi danni in seguito alla Rivoluzione.
Chartres al tempo della costruzione della cattedrale
Il centro di Chartres ha un’importanza chiave per il passaggio della Francia dai secoli dell’Alto Medioevo al Rinascimento. Fu proprio Bernardo di Chartres,
e Abelardi di Parigi, che riuscirono ad aprire una breccia nella diga di ignoranza che veniva imposta dalla Chiesa ai fedeli. I due intellettuali riproposero le
idee platoniche, riconoscendo l’importante ruolo degli scrittori precristiani nella formazione della cultura Europea:
“Se possiamo vedere più lontano di loro, non è grazie a una forza superiore della nostra vista, ma perché siamo stati prodotti da loro e portati ad
una prodigiosa altezza. Noi siamo nani sulle spalle dei giganti.”( Louis Charpentier, The Mysteries of Chartres, pag.81)
I costruttori della cattedrale
Come per molte cattedrali gotiche non si conoscono i nomi dei costruttori dell’edificio. Probabilmente furono i benedettini dell’abbazia della SS. Trinità di Tiron
a dirigere i lavori. Infatti questi frati avevano un monastero nella città nel quale erano presenti ben cinquecento religiosi tra i quali molti artisti.
Il campanile nuovo, risalente al XVI secolo, è invece attribuito a Jehan Le Texier. Sugli architetti del resto della chiesa è impossibile azzardare ipotesi.
In molte pareti sono incise iniziali o interi nomi ma non è sufficiente per ritenere che essi corrispondano a chi effettivamente costruì la chiesa.
Potrebbe trattarsi infatti di benefattori, semplici muratori, di qualche sentinella, di un artigiano.
È invece più semplici delineare un ritratto dei muratori che lavoravano come braccianti alla costruzione.
Dopo la distruzione della cattedrale, per edificare l’edificio gotico attuale, si assistette ad una vera e propria Crociata:
“Non si trattava di strappare il santo Sepolcro dalle mani degli infedeli, di combattere su un campo di battaglia contro uomini armati; ma di vincere la
resistenza del Signore, di dirigere l’attacco verso il cielo, di trionfare per mezzo dell’amore e della penitenza. E fu proprio in questo modo che il cielo
si dichiarò sconfitto; gli angeli, sorridendo, si arresero; Dio capitolò, e, nella gioia della sua disfatta, Egli spalancò il tesoro delle sue grazie, affinché
se ne potesse disporre a piene mani.” (Huysmans, La cattedrale)
Alla notizia dell’incendio, infatti, migliaia di persone provenienti non solo dalla regione di Chartres ma anche da quella di Orléans, dalla Normandia,
dalla Bretagna, dall’Ile-de-France e dal Nord, lasciarono le loro case per accorrere a ricostruire la cattedrale. I più ricchi portarono denaro e, insieme
ai più poveri, si misero a tirare carri carichi di vivande e di calce. Secondo le narrazioni tutte le strade intorno alla città erano ingombrante da gente che trainava travi o spingeva carriole cariche di calce o di persone malate che si occupavano di costituire il basamento di preghiere e orazioni mentre i
compagni sani lavoravano. Tra le persone che si dedicavano all’erezione della cattedrale si abolirono le distanze e le caste, tutti si assoggettarono
docilmente alla dovuta disciplina, realizzando un’organizzazione semplice ma allo stesso tempo molto efficace. I momenti di pausa vengono dedicati
alla preghiera, la domenica si svolgono processioni ed esposizioni di reliquie:
“Le preghiere diventano cos’ delle autentiche macchine da guerra, sono delle catapulte, degli arieti che scuotono i bastioni
della città divina…”(Huysman, op. cit.)
Le cronache dell’epoca raccontano di miracoli che si verificavano ogni giorno ed anche prima dell’arrivo al cantiere.
Le vicende dei costruttori delle cattedrali chiariscono quali sono invece le condizioni delle costruzioni religiose al giorno d’oggi “costruite coi mattoni della vanità, tenute assieme col cemento dell’orgoglio” .
La struttura della cattedrale
La facciata e i tre portoni principali
La facciata è caratterizzata dalla presenza dell’ampio rosone e dei tre portali. Al centro è situato l’ingresso solenne, detto portale del Re o della Fede Mistica. È consacrato alla latria, all’adorazione di Dio. Sul timpano è posta una figura di Cristo in Gloria, con la mano sollevata nell’atto di benedire.
A destra si trova il portale della Nascita che presenta la statua di Maria con Gesù Bambino. Tutt’intorno sono presentate le sette arti liberali e i saggi che
le introdussero in Europa: la musica e Pitagora, la grammatica e Donato, l’astronomia e Tolomeo, l’aritmetica e Boezio, la geometria ed Euclide,
la retorica e Cicerone ed infine la dialettica, portata da Aristotele. Il portale della sinistra è invece detto delle Età e raffigura, scolpita nel timpano,
l’ Ascensione di Cristo. Le colonne che separano le tre porte sono ornate da statue dei re e delle regine di Giuda.
La pianta
La pianta della cattedrale è quella tipica degli edifici gotici francesi dello stesso periodo. È la pianta che più o meno si ritrova a Soissons, Reims, Amiens.
È disposta su tre navate che si interrompono col transetto per dar spazio a un doppio deambulatorio la cui vastità è pari a quella della prima parte della
chiesa. Il deambulatorio più interno contiene il coro mentre quello verso l’esterno, diviso in due navate, presenta una serie di tre cappelle a raggiera.
La chiesa è la più grande e monumentale realizzazione gotica in Francia: è lunga 200 metri all’esterno, 130 all’interno; la navata centrale raggiunge un’altezza di 37 metri, superiore a quella della navata di Notre Dame a Parigi; le guglie delle due torri, completamente asimmetriche,
superano i 115 metri e si elevano sopra ogni altro edificio della città.
Caratteristiche della cattedrale
La cattedrale, nonostante la straordinaria altezza delle volte, non dà l’impressione di tendere al cielo ma anzi sembra pesante e imponente. Gli enormi contrafforti dell’aula sono soprattutto una dimostrazione di forza e sembra caduto in secondo piano la loro funzione di sostegno alle volte.
Le vetrate e la luce all’interno della cattedrale
Le splendide vetrate sono giunte fino a noi grazie alla fortunata idea di smontarle e riporle in luogo sicuro durante i bombardamenti della seconda
Guerra Mondiale. Evitarono così la disastrosa fine che toccò ad altri gioielli gotici, ad esempio alle vetrate della Cattedrale di Colonia.
La presenza di ampie vetrate nelle pareti delle cattedrali è un’innovazione del gotico che abbandona le imponenti e pesanti masse murarie tipiche del
romanico. È possibile costruire le vetrate grazie al perfezionamento dei sistemi di sostegno che portano a scaricare il peso delle volte su pilastri e colonne sempre minori e più piccoli ma disposti secondo una maggiore consapevolezza. A Chartres queste tecniche hanno permesso di realizzare una superficie di
due mila metri quadrati di vetrate che hanno due caratteristiche particolarissime. Innanzitutto risplendono con la stessa intensità a qualsiasi ora del giorno,
sia nella penombra del crepuscolo sia nella piena luce del meriggio. Inoltre le vetrate, pur di una policromia sorprendente, proiettano il proprio colore
con una luminosità diffusa dando un colore sul blu all’interno.
Il suono
Oltre agli splendidi effetti di luce riscontrabili all’interno della cattedrale, il pozzo druidico e la volta che lo sormonta( che ha la stessa altezza della sua profondità), trasformano l’edificio in una specie di strumento musicale che amplifica le onde vibratorie legate
ai torrenti che si troverebbero all’interno della collina. Secondo alcuni studiosi sotto la cattedrale si aprono a ventaglio quattordici corsi d’acqua,
probabilmente costruiti dall’uomo. Questi torrenti rappresenterebbero le sette colombe a due becchi che si trovano al fianco della Madonna Nera che,
infatti, per esteso è chiamata Nostra Signora Sotto la Terra.
Messaggi criptici nella cattedrale
La scultura dell’Arca dell’Alleanza
Su una colonna del portico sud della cattedrale è rappresentata l’Arca dell’Alleanza, il sacro raccoglitori nel quale, secondo la tradizione, furono poste le
tavole dei Dieci Comandamenti consegnate da Dio a Mosè sul Monte Sinai. L’Arca fu custodita nel tempio di Salomone dove fu lasciata anche dopo la
distruzione del tempio operata dalle truppe romane di Traino. Proprio nelle vicinanze delle rovine del tempio si accamparono i Templari durante il breve periodo del dominio cristiano di Gerusalemme. Secondo alcuni storici la cattedrale fu costruita proprio per ospitare l’Arca e alcuni altri manoscritti che i Templari avrebbero dovuto trovare in Terra Santa, molti dei quali verranno poi scoperti in una grotta sulle rive del Mar Morto nel 1947 e 1956.
Il labirinto dell’iniziato
Un altro particolare simbolo esoterico che si ritrova all’interno della cattedrale è il labirinto dell’iniziato, un disegno circolare realizzato in lastre bianche
e nere che occupa parte del pavimento della navata centrale. Percorrere il labirinto a piedi nudi o in ginocchio, ed in un cerchio di soli 13 metri si sviluppa
un percorso di ben 261 metri, doveva servire per ottenere l’indulgenza oppure era una forma sostituiva i un pellegrinaggio verso Gerusalemme.
Labirinti simili risalgono già al periodo neolitico.
Un altro particolare simbolo esoterico che si ritrova all’interno della cattedrale è il labirinto dell’iniziato, un disegno circolare realizzato in lastre bianche e
nere che occupa parte del pavimento della navata centrale. Percorrere il labirinto a piedi nudi o in ginocchio, ed in un cerchio di soli 13 metri si sviluppa
un percorso di ben 261 metri, doveva servire per ottenere l’indulgenza oppure era una forma sostituiva i un pellegrinaggio verso Gerusalemme.
Labirinti simili risalgono già al periodo neolitico.
Un altro particolare simbolo esoterico che si ritrova all’interno della cattedrale è il labirinto dell’iniziato,
un disegno circolare realizzato in lastre bianche e nere che occupa parte del pavimento della navata centrale. Percorrere il labirinto a piedi nudi o in
ginocchio, ed in un cerchio di soli 13 metri si sviluppa un percorso di ben 261 metri, doveva servire per ottenere l’indulgenza oppure era una forma
sostituiva i un pellegrinaggio verso Gerusalemme. Labirinti simili risalgono già al periodo neolitico. Secondo alcuni studi lungo il labirinto veniva eseguita
una danza rituale, di origini islamiche, durante le feste equinoziali, quando pulsavano violentemente le torrenti telluriche.