Una nuova traccia considerata "attendibile" si ripropone per scoprire il sito dove sarebbe stato sepolto con oro, argento e seta, il re barbaro dei Visigoti, Alarico.
I versi della celebre poesia di August Von Platen e Giosuè Carducci potrebbero finalmente trovare quel sito sempre cercato e mai trovato.
Il Comune di Cosenza ha preso sul serio l'indicazione di due fratelli cosentini appassionati di archeologia e considerati i costi bassi dello scavo vuole accertarsi se nel sito di "Rigardi", toponimo aulico gotico-anglosassone, che significa " "guardare verso con devozione e rispetto", nel territorio di Mendicino, ci sia la famosa tomba. Da anni i due fratelli archeologi sostengono questa tesi. L'amministrazione comunale ritiene "che una simile opportunità storica non può più attendere accertamenti che sarebbero stati doverosi già da tempo". Da Palazzo dei Bruzi si sentono incoraggiati da "relazioni di qualificati studiosi di archeologia" e da un sopralluogo effettuato nei giorni scorsi .
Dal Comune si dice che "la prospettiva di un risultato positivo è ritenuta attendibile, sia pure con tutte le prudenze che simili casi impongono".
A Cosenza già si valuta la possibilità di presentare uno studio di fattibilità degli scavi, da finanzi attraverso i fondi strutturali comunitari, dei quali si decide in questi giorni la destinazione al tavolo aperto della Regione con gli enti locali.
Il punto di partenza della ricerca parte da una grande
croce scolpita nella roccia, visibile ad occhio nudo per un raggio di circa
dieci Km. I due fratelli epigoni di Indiana Jones sostengono che di
fronte alla croce si aprono due grotte, una delle quali contiene segni di quello
che sembrerebbe un antico altare. Il suolo risulta qui scavato e al posto della
roccia vi è sabbia, sotto quella sabbia potrebbero esserci i resti del re
barbaro. Il sopralluogo si è fermato alle grotte, perché c'è bisogno di una visita
di tipo speleologico. Se l'intuizione dei due fratelli fosse esatta, ne
conseguirebbe che
Alarico non è stato seppellito
sul Busento, bensì vicino ad un altro corso d'acqua. E' bene ricordare che la
morte e la sepoltura di Alarico a Cosenza sono riportati da Iordanes nella sua
"Storia dei Goti" E' certo che la morte sia avvenuta all'indomani del Sacco di
Roma avvenuto nel 410 d. C.. Gli storici non hanno mai accreditato la
descrizione che vede i barbari deviare il Busento, scavare nel letto del fiume
una fossa. Dopo avrebbero seppellito il re con il suo tesoro e ripristinato il
normale corso delle acque. La leggendaria descrizione parla anche dell'uccisione
degli autori materiali dello scavo per mantenere il segreto sul prezioso sito.
Stando alla descrizione di Iordanes in quella famosa sepoltura si
nasconderebbero tutto il bottino delle razzie Visigote a Roma e nell'Italia
meridionale, fu ucciso da una febbre malarica.
Un mistero che continua.
Ora se i due fratelli hanno visto giusto Cosenza diventerà
meta
della scoperta del nuovo Millennium.
- Alarico -
l'unica fonte iconografica di un sigillo,
"segnato da tratti gentili e animato da sagge premure verso il suo
popolo".