Motto latino dei Cavalieri templari:
" Non a noi, non a noi Signore dà gloria, ma al nome tuo
".
I templari
nascono come ordine monastico-militare e la loro
struttura trae ispirazione dall'ordine cistercense e dalla figura più
rappresentativa che proprio in quegli anni di fondazione caratterizzava
la cultura
europea, Bernardo di Chiaravalle. Oltre i tre classici voti degli ordini
monastici: povertà, obbedienza e castità, adottarono la regola benedettina e
cistercense. Il predicatore e teologo dell'ordine dei Cistercensi, che divenne
loro convinto sostenitore, nel suo De laude novae militiae indica ai
cavalieri le attività da svolgere in tempo di pace e di guerra, l'alimentazione
da seguire, l'abbigliamento da indossare nelle varie circostanze per ciascuna
categoria di fratelli, i cavalieri ad esempio adottarono la veste bianca dei
cistercensi sormontata da una croce rossa. Venivano reclutati soprattutto tra i
giovani della nobiltà, desiderosi di impegnarsi nella difesa della cristianità
in Medio Oriente. L'ordine militare così formato aveva una gerarchia assai
rigida. I suoi membri come in ogni ordine monastico, facevano voto di castità,
obbedienza e povertà, lasciando all'ordine tutte le loro proprietà ed eredità.
La presenza dei
templari sul territorio era assicurata dalle diverse sedi templari: le Precettorie,
le Mansioni
e le Case Fortezza (queste ultime due meno importanti delle precettorie), largamente autonome dal punto di vista
gestionale. Nelle grandi capitali (Parigi, Londra, Roma e altre) vi erano,
invece, le Case e ognuna di esse aveva il controllo di una delle sette
grandi provincie dall'Inghilterra alle coste dalmate in cui i templari avevano
diviso la loro organizzazione monastica. Al massimo del loro fulgore arrivarono
presumibilmente ad avere centinaia di sedi distribuite capillarmente in tutta
Europa e Medio Oriente, il che diede loro una grande influenza economica e
politica nel periodo delle Crociate.
La crescita
dell'Ordine fu ulteriormente accentuata dal favore papale. Innocenzo II nel
1139 con la Bolla Omne datum
optimum aveva concesso all'Ordine la totale indipendenza dal potere
temporale, compreso l'esonero dal pagamento di tasse e gabelle, oltre al
privilegio di rendere conto solo al Papa in persona e di esigere le decime.
Vi erano quattro divisioni
di confratelli nei templari:
cavalieri, equipaggiati come cavalleria pesante
sergenti, equipaggiati come cavalleria leggera, provenienti da classi
sociali più umili dei cavalieri
fattori, che amministravano le proprietà dell'Ordine
cappellani, che erano ordinati sacerdoti e curavano le esigenze
spirituali dell'Ordine.
Ogni
cavaliere, comunque, al momento della sua investitura faceva voto di castità,
umiltà e povertà.
Ciascun cavaliere aveva
sempre due o tre sergenti che lo accompagnavano in battaglia e un gruppo di sei
o sette scudieri per assisterlo sia in tempo di pace che di guerra. Alcuni
confratelli si occupavano esclusivamente di attività bancarie, in quanto
l'Ordine trattava frequentemente le merci preziose dei partecipanti alle Crociate.
La maggioranza dei Cavalieri templari si dedicava tuttavia alle manovre
militari. I templari usavano le loro ricchezze per costruire numerose
fortificazioni in tutta la Terra Santa ed erano probabilmente le unità da
combattimento meglio addestrate e disciplinate del loro tempo. Alcuni li
considerano precursori dei moderni corpi speciali o unità d'élite.
Il maggiore influsso dei
templari non fu comunque di tipo militare, quanto piuttosto di tipo culturale
ed economico, sotto il profilo della diffusione di strumenti economico
finanziari, della distribuzione del reddito attraverso la creazione di posti di
lavoro: con le abbazie ed i loro terreni agricoli, con la costruzione delle
cattedrali, l'ordine portò lavoro, reddito e sviluppo in molte parti d'Europa,
attraverso una estesa rete di succursali.
« Nello stesso anno (1118), alcuni nobili
cavalieri, pieni di devozione per Dio, religiosi e timorati di Dio,
rimettendosi nelle mani del signore patriarca per servire Cristo, professarono
di voler vivere perpetuamente secondo le consuetudini delle regole dei
canonici, osservando la castità e l'obbedienza e rifiutando ogni proprietà. Tra
loro i primi e i principali furono questi due uomini venerabili, Ugo di Payens e Goffredo di Saint-Omer... »
(Guglielmo di
Tiro, Historie rerum in partibus
transmarinis gestarum)
In queste righe, scritte
alla fine del XII secolo, Guglielmo di Tiro narra i primi anni dei pauperes milites Christi. La sua Historia,
però, compilata successivamente alla fondazione della Nova Militia e durante il regno di Aimerico
I (1163-1174), come quella di Giacomo di Vitry,
vescovo di San Giovanni d'Acri (Historia orientalis seu Hierosolymitani scritta nel XIII secolo) non conobbe
gli anni in cui i primi cristiani giunsero in Outremer
per la riconquista della Terrasanta e non vide la nascita di quegli Ordini che
tanti onori meritarono sul campo.
La mancanza di documenti
dell'epoca rende impossibile l'esatta ricostruzione dei primi anni dell'Ordine
del Tempio, così come il numero esatto dei cavalieri che vi aderirono, e dunque
è solo possibile impostare la ricerca attraverso ipotesi e supposizioni, basate
sui diversi documenti successivi. La tradizione parla di nove cavalieri (Nove
uomini aderirono a questo patto santo e servirono per nove anni in abiti laici
che i credenti avevano dato loro in elemosina.), ma tale numero avrebbe un
significato soprattutto allegorico.
Uno dei pochi documenti
coevi all'epoca di fondazione fu il testo della regola dei templari, conosciuto
come regola primitiva, approvato nel 1128 con il Concilio di Troyes e
volgarizzato in antico-francese fra il 1139 e il 1148. Un testo che, seppur
diffuso dagli stessi templari, poco aiuta ad identificare con esattezza i momenti
della fondazione. Il terzo articolo di questa regola si riferisce al 1119 come
anno di nascita dell'Ordine:
« ...pertanto, in letizia e fratellanza, su
richiesta del maestro Ugo de Payns, dal quale fu
fondata, per grazia dello Spirito Santo, la nostra congregazione, convenimmo a
Troyes da diverse province al di là delle montagne, nel giorno di S. Ilario,
nell'anno 1128 dall'incarnazione di Cristo, essendo trascorsi nove anni dalla
fondazione del suddetto Ordine. »
(Regola dei Templari)
Alcuni studiosi, comunque,
propendono per la data del 1118. Sarebbe stato in quell'anno che il re
Baldovino II di Gerusalemme avrebbe dato, secondo Giacomo di Vitry nel suo "Historia orientalis seu Hierosolymitana", ai "poveri cavalieri di
Cristo" alcuni locali del palazzo reale, situato in prossimità del Tempio
di Salomone, dal quale l'ordine prese il nome. Gli anni più probabili vanno
dunque dal 1118 al 1120.
La scarsa disponibilità di
documenti non esime gli studiosi dal tracciare, comunque, una storia della sua
fondazione, stando a testimonianze e scritti successivi, e alle motivazioni che
spinsero alcuni cavalieri ad abbandonare gli agi di corte e ad abbracciare la
povertà. Alla fine del 1099 - dopo che all'appello di Papa Urbano II nel
concilio di Clermont, al grido "Deus lo volt", i cristiani
riconquistarono la Terra Santa "in mano" agli infedeli - si presentò
il problema di come difendere i luoghi santi e quei pellegrini che ivi
giungevano da tutta Europa. Nacquero così i diversi Ordini religiosi. Il primo
Ordine fu quello del Santo Sepolcro, fondato nel 1099 da Goffredo di Buglione. Successivamente vennero a costituirsi quello di
San Giovanni dell'Ospedale, di Santa Maria di Gerusalemme o dei Teutonici e
quello del Tempio.
L'Ordine in ogni caso
assunse reale importanza solo a partire dal 1126, con l'ingresso del conte Ugo
di Champagne, quando iniziarono a pervenire donazioni e lasciti.
La Cupola della Roccia
Il primo sigillo del nuovo
Ordine rappresentava da una parte la Cupola della Roccia e dall'altra due
cavalieri su un cavallo. Nel 1120, dinanzi al patriarca di Gerusalemme Gormond de Picquigny,
pronunciarono i voti monastici, castità, povertà e obbedienza, a cui ne
aggiunsero un quarto, "inusuale" per quei tempi e benedetto dalla
Chiesa: la lotta armata senza quartiere agli infedeli. La loro costituzione fu
sancita nel Concilio di Troyes nel 1128 e sostenuta da Bernardo di Chiaravalle
con la sua De laude novae
militiae. Da allora, per oltre due secoli, i
Cavalieri templari, grazie anche ai concili loro favorevoli (Concilio Pisano,
1135 e Lateranense II, 1139), acquisirono - attraverso lasciti, donazioni e
altre forme di liberalità laiche ed ecclesiastiche - terre, castelli, casali in
quantità tali da farli diventare l'Ordine più potente, dunque
"invidiato" e temuto, dell'epoca. Essi avviarono con meticolosità e
professionalità la loro organizzazione nell'intero Occidente, trasformandolo in
un gran magazzino per l'approvvigionamento dell'oltremare, costituendo in tutti
gli stati d'Europa loro insediamenti agricoli, economici e politici.
L'Ordine approdò nel Regno
di Sicilia e vi si diffuse in epoca normanna, successivamente al 1139, anno in
cui fu raggiunta la pace tra Ruggero II d'Altavilla
(fedele alla causa di Anacleto II) ed Innocenzo II. La Puglia fu la regione
italiana che prima fra le altre accolse le domus
gerosolimitane rosso-crociate grazie all'importanza strategica e commerciale
dei suoi porti e delle sue città. Tutto il Meridione d'Italia venne compreso
inizialmente nella provincia templare d'Apulia e,
solo in epoca sveva, indicato quale provincia d'Apulia
e Sicilia. Tra le prime fondazioni dell'ordine, oltre quella di Trani, va
ricordata la casa di Molfetta (documentata nel 1148), Barletta (1169), Matera
(1170), Brindisi (1169) con possedimenti nel leccese, Bari, Andria, Foggia (nel
periodo di transizione normanno-svevo), Troia (anteriore al 1190) e Salpi
(documentata nel 1196). Tra le sedi più importanti, va menzionata la Casa
Templare di Barletta, che ricoprì il ruolo di Casa Provinciale sino al processo
del 1312.
Essi si affermarono in
combattimento come nella conduzione e nell'organizzazione agricola. Le aziende
agrarie del Tempio si chiamavano casali, grange, masserie. I casali della
Puglia talora ricordavano le fattorie fortificate d'Outremer.
I templari davano da lavorare le loro terre a concessionari (conductores); ma, dove il personale delle commende
rurali era più numeroso, essi coltivavano direttamente il suolo. In tal caso,
secondo il modello cistercense, si ricorreva al lavoro dei campi ai membri più
umili dell'Ordine, quando non addirittura alla manodopera servile,
rappresentata dai contadini Saraceni del regno di Sicilia o di Siria.
L'allevamento del bestiame da carne, da latte, da lana e da lavoro costituiva
una voce primaria nel bilancio del Tempio: le fertili campagne della Puglia
offrivano ricchi pascoli alle mandrie di buoi e bufali di proprietà dei
templari, mentre in Toscana le loro greggi di pecore praticavano la
transumanza; allevamenti di suini nei boschi del Tempio erano infine segnalati
in Piemonte, come in Sicilia. Le colture più diffuse erano quelle dei cereali,
della vite, dei legumi. Generalmente in Italia la produzione agricola
dell'Ordine serviva al consumo interno, le eccedenze erano destinate alla
vendita e parte del ricavato veniva versato al tesoro centrale sotto forma di responsiones; ma è soprattutto dai porti della
Puglia che nella seconda metà del Duecento salpavano navi cariche di cereali e
legumi, per andare a rifornire le case dei templari in Siria, rese sempre più
dipendenti dalle occidentali sotto l'aspetto alimentare a causa della
progressiva perdita di territori e aree coltivabili a vantaggio dei Saraceni.
Dopo la catastrofe del 1291
divenne Cipro la destinazione delle vettovaglie pugliesi. Oltre che in
Palestina, l'Ordine combatté anche nella Reconquista
di Spagna e Portogallo, guadagnandosi estesi possedimenti e numerosi castelli
lungo le frontiere tra le terre cattoliche e quelle musulmane. Arrivarono ad
ereditare, insieme con gli altri Ordini militari, il Regno d'Aragona, che però rifiutarono
dopo lunghe trattative.
Il nome con cui sono
popolari allude al loro storico quartier generale nella Cupola della Roccia (Qubbat al-Sakhrā'),
un tempio islamico in cima al Monte Moriah a
Gerusalemme, che essi ribattezzarono Templum
Domini (Tempio del Signore). La sommità è sacra ad ebrei e cristiani come
Monte del Tempio così come ai mussulmani, che usano il nome di Monte Majid (o al-Ḥaram al-Šarīf). I templari credevano erroneamente che la
Cupola della Roccia costituisse i resti del biblico Tempio di Gerusalemme. Il Templum Domini divenne il modello per molte
chiese edificate successivamente in Europa, come la Temple
Church a Londra ed era rappresentato in molti sigilli templari.
I templari erano
identificabili per la loro sopravveste bianca, a cui in seguito si aggiunse una
distinta croce rossa ricamata sulla spalla, che assunse infine grandi
dimensioni sul torace o sulla schiena, come si vede in molte rappresentazioni
dei cavalieri crociati.
I templari
entrarono nelle attività bancarie quasi per caso. Quando dei nuovi membri si
univano all'ordine, generalmente donavano ad esso ingenti somme di denaro o
proprietà, poiché tutti dovevano prendere il voto di povertà. Grazie anche ai
vari privilegi papali, la potenza finanziaria dei Cavalieri fu assicurata
dall'inizio. Poiché i templari mantenevano denaro contante in tutte le loro
case e templi, fu nel 1135 che l'ordine cominciò a prestare soldi ai pellegrini
spagnoli che desideravano viaggiare fino alla Terra Santa.
Il coinvolgimento
dei Cavalieri nelle attività bancarie crebbe nel tempo verso una nuova base per
il finanziamento, dato che fornivano anche servizi di intermediazione bancaria.
Sotto l'aspetto
economico-finanziario, i templari rivestirono un ruolo così importante da arrivare
a "prestare" agli stati occidentali ingenti somme di danaro e gestire
perfino "le casse" di stati come la Francia.
Un'indicazione
dei loro potenti legami politici è che il coinvolgimento dei templari
nell'usura non portò a particolari controversie all'interno dell'ordine e nella
Chiesa in generale. Il problema dell'interesse fu generalmente eluso grazie ai
complicati tassi di cambio delle valute e grazie ad un accordo con cui i
templari detenevano i diritti della produzione sulle proprietà ipotecate.
Le connessioni
politiche dei templari e la consapevolezza della natura eminentemente cittadina
e commerciale delle comunità d'oltremare portarono l'Ordine a raggiungere una
posizione significativa di potenza, sia in Europa che in Terrasanta. Il loro
successo attrasse la preoccupazione di molti altri Ordini, come pure della
nobiltà e delle nascenti grandi monarchie europee, le quali a quel tempo
cercavano di monopolizzare il controllo del denaro e delle banche, dopo un
lungo periodo nel quale la società civile, specialmente la Chiesa ed i suoi
ordini, aveva dominato le attività finanziarie. Le tenute dei templari erano
estese sia in Europa che nel Medio Oriente e tra queste vi fu, per un certo
periodo, l'intera isola di Cipro.
L'Ordine dopo la definitiva
perdita di Acri e degli Stati Latini in Terra Santa nel 1291 si avviava al
tramonto: la ragione per la quale era nato, due secoli prima, era ormai venuta
meno. Il suo scioglimento, tuttavia, non fu mosso, per via ordinaria, dalla
Santa Chiesa ma, attraverso una serie di accuse infamanti esposte dal re di
Francia, Filippo IV il Bello, desideroso di azzerare i propri debiti e
impossessarsi del patrimonio templare, riducendo nel contempo il potere della
Chiesa.
Il rogo sul quale
arsero vivi l'ultimo Maestro Jacques de Molay e
Geoffrey de Charnay, acceso su di una isoletta sulla
Senna a Parigi,
davanti alla
Cattedrale di Notre Dame, il 18 marzo 1314.
Il 14 settembre 1307 Il Re
inviò messaggi sigillati a tutti i balivi , siniscalchi e soldati del Regno
ordinando l'arresto dei templari e la confisca dei loro beni, che vennero
eseguite il venerdì 13 ottobre 1307. La mossa riuscì in quanto viene
astutamente avviata in contemporanea contro tutte le sedi templari; i
cavalieri, convocati con la scusa di accertamenti fiscali, vennero arrestati.
Le accuse che investirono
il Tempio furono infamanti: sodomia, eresia, idolatria. Vennero in particolare
accusati di adorare una misteriosa divinità pagana, il Bafometto.
Nelle carceri del Re gli arrestati furono torturati finché non iniziarono ad
ammettere l'eresia. Il 22 novembre 1307 il Papa Clemente V, di fronte alle
confessioni, con la bolla Pastoralis præminentiæ ordinò a sua volta l'arresto dei templari
in tutta la cristianità.
Il 12 agosto 1308 con la
bolla Faciens misericordam
furono definite le accuse portate contro il Tempio. Il re fece avviare dal 1308
sino al 1312, grazie anche alla debolezza di Papa Clemente V, diversi processi
tesi a dimostrare le colpe dei cavalieri rosso-crociati di Parigi, Brindisi,
Penne, Chieti e Cipro. Nel generale clima di condanna ci fu l'eccezione
rappresentata da Rinaldo da Concorezzo, arcivescovo
di Ravenna e responsabile del processo per l'Italia settentrionale: egli
assolse i cavalieri e condannò l'uso della tortura per estorcere confessioni
(concilio provinciale di Ravenna, 1311). L'Ordine fu ufficialmente soppresso
con la bolla "Vox in excelso" del 3
aprile 1312 ed i suoi beni trasferiti ai Cavalieri Ospitalieri
il 2 maggio seguente (bolla Ad providam).
Jacques de Molay, l'ultimo gran maestro dell'Ordine,
il quale in un primo momento aveva confermato le accuse, le ritrattò spinto da
un'ultima fiammata di orgoglio e dignità, venendo arso sul rogo assieme a
Geoffrey de Charnay il 18 marzo 1314 davanti alla
cattedrale di Parigi, sull'isola della Senna detta dei giudei.
Filippo il Bello, che
incamerò il tesoro dei monaci e distrusse il loro sistema bancario, avrebbe
cercato semplicemente di gestirlo per sé. Questi eventi e le originali
operazioni bancarie dei templari sui beni depositati, che furono
improvvisamente mobilizzati, costituirono due dei molti passaggi verso un
sistema di stampo militare per riprendere il controllo delle finanze europee,
rimuovendo questo potere dalle mani della Chiesa. Visto il destino dei
templari, gli Ospitalieri di San Giovanni furono
ugualmente convinti a cessare le proprie operazioni bancarie.
Molti re e nobili
inizialmente sostennero i cavalieri e dissolsero l'Ordine nei loro reami solo
quando fu loro comandato da Papa Clemente V. Roberto I, re degli Scoti, era già
stato scomunicato per altri motivi e quindi non era disposto a prestare
attenzione ai comandi papali. Di conseguenza, molti membri dell'Ordine
fuggirono in Scozia ed in Portogallo, dove il nome dell'Ordine fu cambiato in
"Ordine di Cristo" e si ritiene abbia contribuito alle prime scoperte
navali portoghesi. Il principe Enrico il Navigatore (1394 - 1460) guidò tale
ordine per vent'anni, fino alla propria morte. In Spagna, dove il re a sua
volta si opponeva all'incorporazione del patrimonio templare da parte
dell'Ordine degli Ospitalieri, l'Ordine di Montesa subentrò a quello dei templari.
I templari furono
accusati di "connivenza col nemico", in quanto spesso strinsero
rapporti di buon vicinato, se non di amicizia, con signori musulmani. Con
alcuni di loro, come Usāma b. Munqidh, arrivarono a veri e propri favori, come quello di
concedergli di pregare nella Cupola della Roccia, benché già trasformata in
chiesa.
È tuttora aperto
il dibattito sulla fondatezza delle accuse di eresia formulate agli
appartenenti dell'Ordine. I templari furono accusati di rinnegare Cristo, di
sputare sulla Croce, di praticare la sodomia e di adorare un idolo barbuto, il Baphomet o Bafometto. Il
gran maestro Jacques de Molay, che aveva ceduto
inizialmente di fronte alla marea di accuse, si riebbe e rigettò le sue
parziali ammissioni. Ma era tardi, il rogo accolse il gran maestro e i suoi
dignitari e l'Ordine fu sciolto.
Studi recenti
accreditano sempre più la teoria secondo la quale la vera causa della fine dei
templari fu una cospirazione indotta dal Re di Francia Filippo IV il Bello.
Infatti, mentre il Re si trovava senza un soldo, l'Ordine risultava
proprietario di palazzi, castelli, fortezze ed abbazie: un tesoro immenso. Fu
probabilmente il sovrano che, dopo aver tentato inutilmente di entrare a farne
parte, incaricò i propri consiglieri di formulare delle precise accuse contro
l'Ordine e di richiedere l'intervento del papato, da poco trasferitosi in
Francia. Quando la Chiesa si rese conto dell'errore nel condannarlo e di essere
stata manipolata, fu troppo tardi.
La studiosa italiana
Barbara Frale, ha rinvenuto agli inizi degli anni
duemila negli Archivi vaticani un documento che dimostra come papa Clemente V
perdonò segretamente i templari nel 1314 assolvendo il loro gran maestro
dall'accusa di eresia. L'inchiesta di Chinon,
tuttavia, ribadisce le pratiche indecenti e gli sputi sulla croce effettuate
come rituale all'ingresso di un novizio nell'Ordine.